Sentenza TAR: la canapa legale è salva da pesanti limitazioni

Sentenza TAR: la canapa legale è libera da vincoli nel mercato officinale e alimentare.

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per il Lazio ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni di filiera della canapa contro il Decreto Ministeriale

 

Il Decreto Ministeriale del gennaio 2022 limitava la coltivazione di alcune parti della pianta di canapa e precludeva l'utilizzo di foglie e fiori non stupefacenti, con una penalizzazione per gli operatori della filiera. Il decreto avrebbe creato serie difficoltà per il settore della canapa, consentendo solo l'uso dei semi e dei loro derivati per la destinazione officinale e impedendo senza autorizzazione del ministero, l'utilizzo e persino la coltivazione delle altre parti della pianta.

 

La mancanza di prove scientifiche

La sentenza del TAR ha stabilito che senza prove scientifiche valide, non è possibile porre limiti a questa filiera agricola. Questo rappresenta un'importante pietra miliare nella tutela dei diritti di produttori e consumatori che rischiavano di assistere a inutili e dannose restrizioni di stampo proibizionista.

La tutela dei diritti di produttori e consumatori

Il TAR ha difeso i diritti dei produttori e consumatori di canapa, annullando le restrizioni imposte dal Decreto Ministeriale del gennaio 2022 e garantendo la libertà di mercato e l'utilizzo della pianta in ambito industriale e officinale.

Canapa a basso THC Non inclusa nelle convenzioni internazionali

La canapa quasi priva di THC non fa parte delle convenzioni internazionali sui stupefacenti, e per questo motivo non possono essere limitati né il suo mercato né le applicazioni industriali e officinali.

Libertà di mercato e applicazioni industriali

Il regime autorizzatorio previsto dal Decreto Ministeriale può essere giustificato solo per quanto riguarda la seconda trasformazione destinata alla produzione di farmaci, ma la pianta di canapa è libera e può essere utilizzata in numerosi settori, come l'industria tessile, edilizia, alimentare e cosmetica.

Le piante non possono vegetare senza produrre foglie e fiori. La pretesa proibizionista che gli agricoltori non possano separare e commercializzare parti della pianta non aveva fondamento.

La separazione e commercializzazione delle parti della pianta

Grazie all'intervento legale del TAR, è stato dimostrato che il divieto di separazione e commercializzazione delle parti della pianta di canapa era infondato e ingiustificato.

La normativa nazionale in contrasto con gli articoli 34 e 36 del TFUE

La normativa nazionale che vieta la commercializzazione dei prodotti derivati dalla pianta di cannabis sativa nella sua interezza, e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi, è in contrasto con gli articoli 34 e 36 del TFUE, a meno che tale normativa sia idonea a garantire la realizzazione dell'obiettivo della tutela della salute pubblica e non ecceda quanto necessario per il suo raggiungimento.

Proporzionalità e precauzione 

Di conseguenza, il TAR ha annullato il decreto per la parte relativa al comma 2 art. 2, e le amministrazioni dovranno quindi riesaminare il provvedimento adottato e modificarlo nel rispetto dei principi eurounitari di precauzione e proporzionalità.

 

L'Italia si allinea alla sentenza del Consiglio di Stato francese

L'avvocato Giacomo Bulleri ha commentato che l'Italia si allinea alla recente sentenza del Consiglio di Stato francese sulla questione, evidenziando l'importanza della decisione del TAR per il settore della canapa in Italia.

Ringraziamenti alle associazioni e aziende

L'avvocato Bulleri ha ringraziato le associazioni e le aziende che hanno creduto nell'appello e sostenuto la causa, dimostrando la solidarietà e l'unità del settore della canapa in Italia.

La sentenza del TAR per il Lazio rappresenta un passo importante nella difesa dei diritti dei produttori e consumatori di canapa in Italia, annullando le restrizioni imposte dal Decreto Ministeriale del gennaio 2022 e garantendo la libertà di mercato e l'utilizzo della pianta in ambito industriale e officinale. Le amministrazioni dovranno ora riesaminare e modificare il provvedimento nel rispetto dei principi eurounitari di precauzione e proporzionalità.

 

Il contributo di Ara Montis Farm con l'associazione Canapa Sativa italia

 

Anche Ara Montis Farm ha partecipato tramite l'associazione CSI Canapa Sativa Italia che ha dato un contributo fondamentale alla raccolta fondi per impedire queste ulteriori restrizioni totalmente irragionevoli persino sulla cannabis light.

Canapa Sativa Italia (CSI) è l'associazione di riferimento per la canapa in Italia, unendo operatori di settore agricolo, trasformazione e distribuzione su scala nazionale. Fondata nel 2014 sui social, la CSI è diventata una realtà rappresentativa nel 2018, coinvolgendo coltivatori, commercianti, trasformatori, analisti, tecnici legali e professionisti.

L'associazione sostiene lo sviluppo della canapa italiana, promuovendo cooperazione tra i membri e condivisione tempestiva delle informazioni rilevanti. Il Consiglio Direttivo, aperto a tutti gli associati, si riunisce settimanalmente per dibattere su temi di interesse comune.

CSI rappresenta il settore canapicolo istituzionalmente, ottenendo un posto al tavolo ministeriale di filiera presso il MIPAAF, grazie al Sottosegretario Giuseppe L'Abbate, delegato per la canapicoltura. L'associazione unisce operatori del mondo agricolo, commerciale e della trasformazione, lavorando per la crescita e lo sviluppo della canapa italiana.

 

Per approfondimenti leggi anche l'articolo sul sito dell' associazione Canapa Sativa Italia

e ascolta il podcast sul ricorso al TAR in materia di piante officinali e canapa